Davide contro Golia
Pasta artigianale Vs Pasta industriale

Siamo ormai tutti consapevoli che tra la pasta artigianale e quella industriale c’è una seria e profonda, ma poco nota, differenza. E la consapevolezza di questa differenza si fa sempre più evidente, visto l’aumento di richiesta di pasta artigianale da parte dei consumatori a scapito di quella industriale che per ovvi motivi i produttori devono mantenere di qualità “standard” a causa del basso prezzo di mercato, ma con una quantità di consumo nettamente superiore rispetto al prodotto artigianale.
Ciò spiega quanto sia difficile, per quest’ultimo, competere sul fronte dei prezzi al dettaglio: rispetto agli 1,5 euro al chilo delle paste industriali di maggior riconoscibilità, le paste artigianali arrivano a costare fino a 6 euro al chilo. Inoltre, i grandi pastifici nazionali industriali ci propinano pubblicità come ad esempio “100% prodotte con grano duro italiano” o ci inteneriscono con le loro “attenzioni sociali” sul territorio.
Le differenze tra pasta industriale e pasta artigianale nascono già dal tipo di grano usato e dalla sua coltivazione: per fare numeri così elevati, purtroppo, le paste industriali devono ricorrere necessariamente ai grandi granai d’Europa (Ucraina) e del mondo (Canada, Turchia, Argentina), mentre le produzioni artigianali, essendo in quantità minori, sfruttano il nostro grano tradizionale delle coltivazioni locali italiane, dove il frumento occupa circa il 35% dei seminativi, circa un terzo dell’intera superficie in rotazione agraria e il 70% della superficie coltivata a cereali.
Se per questioni di marketing le paste industriali devono mantenere una produzione con qualità “standard” per far sì che siano sempre riconoscibili nel gusto, nel colore e nel sapore, nel caso della pasta artigianale la produzione della singola annata può portare a significative differenze di colore e tempi di cottura.
Il grande consumo industriale ci ha abituato ad un gusto quasi plastico e gommoso a differenza della pasta artigianale che a volte sembra molle e non nervina, a causa di un basso contenuto di glutine (tutta salute). Dovremmo ritornare alle origini, per apprezzare il vero gusto della pasta di qualità, naturale e salutare. Certo, bombardati come siamo da continue pubblicità, è difficile sostenere certe realtà, ma se solo provassimo ad uscire fuori dalla massa e guardassimo al di là del packaging “figo ed accattivante”, ci renderemmo conto che la sostanza è più importante di qualsiasi moda.
E’ una sfida come quella di Davide contro Golia, ma noi non ci stancheremo di combatterla!