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oi siciliani, si sa, siamo molto attaccati alla nostra terra, ma quando dobbiamo scegliere un prodotto fra quello regionale e quello nazionale, ci facciamo prendere da uno spirito, lasciatemelo dire, “razzista“ nei confronti dei nostri produttori e diventiamo immediatamente esterofili, vantandoci di scegliere il prodotto, non solo per le qualità organolettiche migliori, ma anche, purtroppo, perché “fa figo” comprare quel prodotto. Insomma, il provincialismo ci persegue, ma a quale costo? Certamente al costo della nostra salute. Analizziamo, qui di seguito, due esempi di pasta molto acquistata dai nostri conterranei e quello che scrivono nelle loro etichette:

Pasta Garofalo: non in molti sanno che nel 2014 la Ebro Foods (gruppo multinazionale che opera nei settori del riso, della pasta e dei condimenti, quotato alla Borsa di Madrid) è entrata nel capitale sociale del Pastificio Lucio Garofalo S.p.A., rilevando una quota del 52%. Garofalo ha riconosciuto in Ebro Foods un partner industriale strategico. Una nota importante è che Garofalo mantiene salda l’identità dell’azienda e del prodotto e che lo sviluppo, ci tiene a precisarlo il gruppo campano, continuerà ad essere guidato dal quartier generale di Gragnano. Quindi, un’importante partenrship che riesce a dare al gruppo campano una forte marcia in più nel settore rendendolo un prodotto di altissima qualità, posizionato in una fascia alta e soprattutto con il marchio IGP (ci chiediamo se è corretto mantenere il marchio IGP ma abbiamo visto che nel disciplinare non si parla di  produzione esclusiva con grani italiani quindi…)

Pasta Rummo: conosciuta dai più dopo il grido di dolore di una sua dipendente avvenuto durante l’alluvione del 2015. Con l’Hashtag “#saverummo” è partita la campagna di solidarietà per aiutare il Pastificio. Bellissima rappresentazione di solidarietà da parte di tutti gli italiani e da allora, lo leggiamo dai dati statistici della GDO, la Rummo prende pieno possesso delle tavole dei siciliani, anche perché comprare Rummo con quel suo pacco così accattivante “fa figo” …  quante “fotine” di aitanti self made cuochi possiamo osservare sulle pagine di facebook evidenziando che usano solo pasta Rummo. Anche questo prodotto è inserito in una fascia alta del mercato e certamente è una pasta che tiene la cottura e che riesce ad essere apprezzata. L’azienda, a carattere familiare, ha negli anni speso tanta fatica ed ha certamente scelto strategie di vendita premianti.

Cosa hanno, allora, in comune queste due aziende? Certamente l’onestà nello scrivere in etichetta la provenienza dei grani; e devo dire che è cosa molto apprezzabile, così i consumatori che le scelgono sanno che stanno acquistando un prodotto con materia prima proveniente dall’estero: Australia, Arizona (da dove deriva uno dei grani più venduti e più prestigiosi al mondo, o quanto meno,l’Arizona, una regione che ha saputo dare al proprio prodotto il giusto riconoscimento, ma di questo  ne parleremo in un’altra occasione) Certo che questo grano ne deve fare di strada, tutto stipato, stretto stretto e magari con qualche micotossina per compagnia, ma sicuramente si provvederà ad evitarlo, come? Chissa…

Ricordiamoci che la pasta è fatta sostanzialmente da due ingredienti: acqua e semola di grano duro. Per questo dobbiamo pretendere chiarezza e soprattutto salubrità! Impariamo a comprare e scegliere … ed ogni tanto compriamo siciliano perché, sappiatelo, il “Made in Sicily”  è molto figo !

Al prossimo confronto!