Ci voleva Report per far emergere la bufala del Kamut.
E’ sempre vero il detto “Nemo Profeta in patria”; e finalmente, c’è venuto in aiuto, con una puntata dedicata ed andata in onda lunedì 09 agosto 2021, Report che svela, per l’appunto, cos’è il Kamut. Nient’altro che un marchio commerciale registrato dalla Società americana “Kamut International” con sede in Montana (USA). E gli americani, in fatto di marketing, si sa, sono i più bravi. E noi siamo sempre affascinati da quello che arriva dall’oltre oceano. Ed invece, il vero tesoro lo abbiamo noi, il famoso Kamut che in Italia è chiamato grano “Khorasan”, meglio conosciuto in Sicilia come “Perciasacchi”. Ed allora, scendiamo ancora più nei dettagli, facendocelo spiegare dal dott. Giuseppe Russo, stimato ed apprezzato ricercatore e biologo presso il consorzio di Ricerca Gianpiero Ballatore:
“Il Perciasacchi, che è uno dei “grani antichi siciliani”, era coltivato nella nostra Isola (e in altre aree del bacino del Mediterraneo) decine di anni prima che la famiglia Quinn, nel Montana, entrasse in possesso di una manciata di semi, recuperati in Europa nel 1949 per vie traverse e non ben documentate (come si evince dal sito ufficiale). Dalla coltivazione e moltiplicazione di questi semi si è arrivati nel 1990 a registrare lo storico marchio Kamut® presso il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti.
La storia del Perciasacchi è, però, più antica. Come è noto, l’illustre ricercatore siciliano Ugo De Cillis, già nel 1941 annoverava il Perciasacchi nella sua opera “i frumenti siciliani”, descrivendolo come una delle cultivar di frumento coltivata tipicamente in Sicilia.
Parlare, pertanto, del Perciasacchi come se fosse il “Kamut siciliano” risulta poco opportuno e sembra sminuire il valore della cultivar siciliana, che ha una storia più solida e più remota del Kamut. È opportuno ricordare che altre tipologie di grano simili al Perciasacchi (Triticum turgidum ssp. Turanicum) erano coltivate, negli stessi anni in cui De Cillis pubblicava il suo libro, anche in altre regioni dell’Italia meridionale e probabilmente anche in altre aree del bacino del Mediterraneo. Alcune di queste, come il Perciasacchi, sono tuttora coltivate negli stessi territori come varietà locali da conservazione (grani antichi).”
La pasta di grano duro Perciasacchi, come ampiamente dimostrato, ha un potenziale effetto benefico su alcuni parametri cardiometabolici ed infiammatori. Il suo apporto di glutine lo caratterizza come prodotto adatto alle intolleranze alimentari. A tutto questo, c’è da aggiungere un eccellente gusto ed un’ottima tenuta alla cottura che la rende unica.
Pertanto, cari lettori e consumatori, vista l’autorevole fonte che finalmente conferma quanto diciamo da anni, vi invitiamo a consumare il nostro grano siciliano Perciasacchi, non cedendo alle lusinghe commerciali e di marketing che, spesso, ci ingannano e ci frodano.